Le obiezioni nell'uso del latte in polvere per vitelli, le risposte di Cima Breeding.
Bella sfida, quella che si tiene ogni giorno negli allevamenti di bovine da latte: latte materno o latte in polvere?
Consumo di prodotto interno all’azienda o acquisto di un succedaneo talvolta ingiustificatamente costoso?
La risposta, in termini assoluti, è a favore del primo. Sembra assurdo, infatti, che un allevatore che ogni giorno munge i suoi animali debba acquistare latte in polvere per vitelli in luogo di usare il proprio.
Abbiamo premesso: “in termini assoluti”. E non ci sbagliavamo. Se andiamo a valutare tutti i parametri in modo corretto, e se li corrediamo di un adeguato bilancio economico, possiamo dire che “in termini relativi” l’acquisto di latte in polvere per vitelli non è assurdo.
Anzi, è semmai vero il contrario, cioè dotare la vitellaia di un corretto programma di svezzamento, che comprenda il giust o prodotto tra quelli disponibili nel mercato del latte in polvere per vitelli, dovrebbe essere sempre valutato come il principale e migliore investimento da compiere in azienda.
L’obiezione, caldeggiata soprattutto dai sostenitori dello svezzamento con quote importanti di alimenti secchi, di norma riguarda il fatto che usare un prodotto acquistato all’esterno è prima di tutto uno spreco economico.
Il latte materno presente in azienda comprende sempre una piccola quantità non vendibile alla latteria per i più disparati motivi tecnico-sanitari. Usare questa eccedenza sui vitelli è considerato un risparmio tout-court, e l’allevatore può sentirsi a posto con la coscienza non avendo “buttato” il latte invenduto.
In termini reali, invece, questa pratica va trattata solo come un mancato introito dalle conseguenze devastanti, sotto il profilo tecnico, a fronte del quale torna utile il suggerimento dell’industria per l’utilizzo di un ottimo latte in polvere per vitelli.