Eseguiamo un'apertura anticipata dell'insilato di mais

Ernesto e l'apertura anticipata dell'insilato di mais, curando personalmente due dettagli

Ecco. Come aveva previsto, il buon Ernesto, allevatore esperto con un occhio sempre presente sulla gestione agronomica del proprio allevamento di vacche da latte, è costretto ad agire.
Le trincee con il raccolto dello scorso anno sono quasi vuote, e bisogna procedere all’apertura anticipata dell’insilato di mais appena trinciato.
Sono passati solo dieci giorni dalla chiusura del silo; secondo il tecnico che ha fornito i lactobacilli specifici per le ristrette tempistiche di fermentazione, il periodo è sufficiente.
Ernesto però non vuole correre rischi, e procederà già oggi all’apertura anticipata dell’insilato di mais curando personalmente due dettagli.
Chiamerà la ditta fornitrice degli inoculi e le consegnerà un campione di trinciato da analizzare, per un rapido controllo della stabilizzazione delle fermentazioni, e per conoscere i valori nutritivi di base del materiale, avvertendo che si tratta di un’urgenza motivata dall’apertura anticipata dell’insilato di mais.
Oltre a questo, avrà cura di miscelare, per quanto possibile, una porzione dei residui del vecchio insilato con il nuovo, in modo da diluire il cambiamento in più pasti.
Sono metodi di gestione molto importanti, spesso trascurati per fretta, o negligenza, o scarsa preparazione zootecnica; tuttavia, da questi piccoli particolari dipende l’andamento della mandria, sia in termini di produzione che di mantenimento di uno stato di salute ottimale.
L’apertura anticipata dell’insilato di mais non deve quindi spaventare. È semplicemente un momento in cui avere estrema cura dei dettagli, ed Ernesto lo sa!
 


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