Non sono mica tutti uguali… Ci sono i lattici, ci sono gli antibutirrici, ci sono gli antimuffe, ci sono gli antiacetici, e ci sono addirittura quelli che l’acido acetico lo tutelano, anzi, lo esaltano. Che confusione. Ecco perché solo aziende di altissima specializzazione offrono con sicurezza lactobacilli per insilati specifici per ciascun utilizzo del prodotto trattato. Sicurezza che deve essere prima di tutto del cliente. Obiettivo alimentazione? Lactobacilli per insilati che consentano al trinciato di arrivare in bocca all’animale fresco, appetibile, con ottimi parametri nutrizionali e ridotta o nulla presenza di muffe, lieviti e altri “abitanti” indesiderabili. Le migliori selezioni di ceppi hanno rivalutato, negli anni, l’azione inibente sull’acido acetico: una presenza controllata di questo elemento consente infatti un miglioramento dei parametri di grasso nel latte. Quindi acido acetico sì, ma controllato. Obiettivo biogas? Eh beh, qui i risultati attesi cambiano. I lactobacilli per insilati con questa destinazione devono privilegiare la produzione di acido acetico all’interno della massa insilata, dato che esso è precursore della formazione di metano di buona qualità, mantenendo comunque una attiva fermentazione lattica che ha funzioni conservative. Ne consegue che un prodotto con tale destinazione d’uso dovrà essere assolutamente specifico, e mai un ripiego di altre formulazioni. Quelli suesposti sono princìpi abbastanza basilari, che non possono essere trattati in poche righe. Ecco perché l’investimento sui prodotti a base di lactobacilli per insilati deve essere analizzato a fondo, insieme a chi ne sa!